il “movimento animalista” di Berlusconi e la MOLMED…

11 marzo 2017 – Non solo Milan, dove si continua ad attendere (forse invano?) l’arrivo dei nuovi azionisti cinesi. Non solo Mediaset, dove prosegue il confronto serrato con l’ex amico, Vincent Bolloré, patron della francese Vivendi e protagonista, a fine 2016, di una scalata ostile sul gruppo di Cologno Monzese. Un’altra delle famose “M” nel portafoglio della cassaforte di Silvio Berlusconi, la Fininvest, continua a impensierire l’ex presidente del Consiglio: si chiama Molmed, che sta per Molecular Medicine, ed è l’azienda di biotecnologie focalizzata su ricerca e terapie innovative per la cura dei tumori nata nel 1996 da una costola dell’ospedale San Raffaele di Milano. Il fatto è che dalla quotazione in Borsa, risalente al 2008, non soltanto non ha mai realizzato un euro di utile sul bilancio annuale, ma ha continuato negli anni a battere cassa tra gli azionisti. E ora è in calendario un’assemblea dei soci per il 10 aprile chiamata, tra le altre cose, ad approvare il bilancio di esercizio al 31 dicembre rinviando a nuovo la perdita di quasi 14 milioni (che comunque si è ridotta rispetto al rosso di quasi 21 milioni che era stato registrato nel 2015).

Con lo sbarco in Borsa, nel 2008, ormai quasi dieci anni fa, Molmed aveva raccolto 56 milioni (al lordo delle spese per la quotazione), che erano andati ad aggiungersi ai 26 milioni incassati complessivamente con i due aumenti di capitale del 2006 e del 2007. Nel 2010, poi, erano stati raccolti tra gli azionisti altri 58 milioni con un aumento di capitale, a cui poi se ne sono sommati altri 10 circa tra il 2013 e il 2014, più altri 50 milioni con un’analoga operazione nel 2015. C’è, inoltre, in ballo l’operazione con Société Générale, che, tramite un accordo cosiddetto di “standby equity facility” (Sef, simile a un aumento di capitale riservato), metterà a disposizione della società nuove “risorse da destinare al soddisfacimento delle periodiche esigenze di liquidità della stessa, nonché a contribuire all’implementazione dei piani aziendali, nell’orizzonte temporale di 24 mesi contemplato dall’accordo Sef”. A riguardo, a dicembre, Molmed ha chiesto a Société Générale di sottoscrivere una prima tranche di azioni, per un controvalore complessivo di 4,25 milioni.

Chi è rimasto sempre fedele alla società di biotecnologie, partecipando agli aumenti di capitale e mantenendo una partecipazione importante è lui: Silvio Berlusconi, del resto da sempre legato all’ospedale San Raffaele di Milano (ancora gli ultimi controlli, risalenti a gennaio, li ha effettuati proprio lì). La Fininvest, infatti, stando al sito della stessa Molmed, ha in portafoglio quasi il 25% della società, mentre il fondo Airan, specializzato in biotecnologie, risulta possedere il 5,6% (il sito della Consob invece riporta il 7,11%) e la famiglia di Ennio Doris ha quasi il 4,7 per cento. Doris, manager da sempre vicino a Berlusconi (insieme controllano Mediolanum), ancora nel 2015 aveva preso parte all’ultimo aumento di capitale, salvo poi decidere l’anno scorso di ridurre la propria partecipazione, che così ad agosto risultava essere scesa al 4,9% dall’8% abbondante del 2010. Chi invece in questi quasi dieci anni di quotazione a Piazza Affari ha deciso praticamente di uscire dall’azionariato di Molmed è l’imprenditore numero uno di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, che già con l’aumento di capitale del 2010 era sceso dall’8,19% al 4,3% e poi con quello completato nel 2015 si è diluito fino a scendere sotto il 2 per cento.

Berlusconi sembra essere fiducioso che prima o poi Molmed riesca a commercializzare i suoi farmaci. E in effetti il 2017 pare proprio essere l’anno della svolta. In particolare, la società punta sullo Zalmoxis, un prodotto di terapia cellulare per il trattamento dei tumori ematologici, attualmente in sperimentazione clinica di Fase III per la cura delle leucemie ad alto rischio, ma già autorizzato dalla Commissione Europea per l’immissione in commercio condizionata. “L’autorizzazione condizionata all’immissione in commercio concessa dalla Commissione Europea a Zalmoxis – afferma Riccardo Palmisano, ad di Molmed – rappresenta al tempo stesso una conferma dell’eccellenza dell’attività di ricerca e sviluppo di Molmed, ma anche una reale svolta nella vita della società, aprendo la strada alla commercializzazione del prodotto”. E, perché no, ai primi profitti.

Fonte: Business Insider 

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