25 febbraio 2018 – “Sono tranquilla, preferisco specie d’allevamento come l’agnello”. La storia di Simonetta Ravizza è una storia antica. Figlia del fondatore dello storico marchio Annabella, dice in un’intervista alla Verità: “Uso vere pellicce e non temo gli animalisti. Oggi i giovani vogliono mischiare fra loro materiali diversi, non funzionano più le stole ma piccoli intarsi magari sui polsi o sui colli”. Dice a La Verità: In una società sempre più vegetariana per non dire vegana, dove la carne è bandita dalla tavola, la pelliccia è destinata ad avere vita breve?
“Sono convinta di no perché la pelliccia da che mondo è mondo ha sempre avuto il suo fascino. Ovvio che si usino pellicce da allevamento e secondo la convenzione di Washington che detta i diktat del settore e consente di prendere solo determinati tipi di pellicce. Anche io mi sono adeguata e utilizzo tipi di pelo friendly. Ho creato una mini capsule che ho chiamato Ecoleo in cui ci sono guarnizioni di pelliccia di agnello, che fa parte sempre di quel mondo friendly. Ma non l’ho usato per sostituire una pelliccia vera (…)”
Per rassicurare una donna nell’acquisto di una pelliccia in una società ossessionata dagli animali, cosa le racconta? “Una vegetariana vera non mangia né carne né pesce né usa scarpe di pelle vera. E non la convinci. Per il resto è solo una questione di buon senso. Sono d’accordo nel salvaguardare la natura rispettando regole ben precise, così come è fondamentale pensare al benessere degli animali.
Fonte: Huffingtonpos