2 luglio 2019 – Tutto da rifare. La corte di Cassazione ieri ha annullato la sentenza pronunciata dalla corte d’appello di Brescia nel maggio del 2018 con la condanna (pene tra gli 8 e i 10 mesi) dei 12 animalisti che fecero irruzione nell’allevamento di Green Hill per liberare i beagle destinati alla sperimentazione. Gli atti tornano, quindi, da Roma in via Lattanzio Gambara per un nuovo processo la cui data sarà da fissare.
Era il 28 aprile del 2012, quando gli attivisti compirono il blitz nei padiglioni della multinazionale americana Marshall dove venivano allevati i cani per la ricerca farmaceutica. Nell’azione — l’ultima di una serie di proteste — fu liberato un centinaio di cani. Un furto per la Procura, un salvataggio da morte certa per gli attivisti. Dopo il blitz, l’allevamento fu prima posto sotto sequestro (con i cani dati in affido) e poi chiuso definitivamente nell’estate successiva, dopo l’accertamento da parte della Procura di condizioni estreme e maltrattamenti cui erano costretti i beagle. Nel corso delle vicende giudiziarie, che vedono coinvolti in altri procedimenti anche i vertici della Marshall, è stato accertato che dai padiglioni di Green Hill sono passati oltre 2.600 cani.
Fonte: il Corriere della sera