Cane ucciso a bastonate da balordi

Hanno ucciso il cane Lapo a bastonate in piena notte. Forse per noia. Ma c’è chi dice tra i testimoni che erano ubriachi. Non si sa quanti colpi gli abbiano tirato. Non si sa nemmeno chi siano. Si sa solo che Lapo ha avuto un’agonia lungo un giorno e ha smesso di rendere la vita dei suoi padroni più gioiosa. Per sempre. È successo a Grezzana verso le due della notte di domenica. Martedì mattina Lapo, di razza Lagotto, non respirava più. L’ha trovato Luigi Aganetto, il suo padrone.

La voce dei due coniugi si spezza anche mentre raccontano la fine assurda del loro cane. Ma di certo non cedono. Hanno già fatto fare l’autopsia al loro cane. «La veterinaria», racconta Daniela Vicentini, «ci ha detto che è come se Lapo fosse stato investito da un’auto a forte velocità». E, invece, erano bastonate. Poi ieri pomeriggio, la coppia, residente a Verona ma con il cane custodito a Grezzana vicino alla casa di un parente, si è recata dai carabinieri per presentare la denuncia. «Ci sono telecamere nelle vicinanze della casa», dice Daniela. E spera in quelle immagini per scoprire i responsabili di così tanta, assurda ferocia. Sono le due di notte di domenica a Grezzana. Siamo in via Padovani. Un gruppo di persone, forse giovani, camminano parlando ad alta voce in dialetto veronese. Il cane li sente. Forse prende paura. E abbaia. Deve marcare il suo territorio.

«Mio cognato abita di fronte al recinto di Lapo e l’ha sentito», rivela la sua padrona, «è uscito sul balcone, ha rivolto il faro verso il gruppo di persone sulla strada e così si sono allontanate». Ma sono tornate. Hanno approfittato del buio. Questa volta hanno fatto tutto in silenzio. «Mio marito aveva lasciato un bastone nel recinto», rivela ancora Vicentini, «la mattina dopo l’ha ritrovato in un altro posto rispetto a dove si trovava poche ore prima». Sono entrati nel recinto gli aggressori.

Un gioco da ragazzi: il cancello è alto solo un metro e mezzo. L’hanno scavalcato, hanno impugnato il bastone e hanno iniziato a menare Lapo, «colpevole» di aver abbaiato al loro primo passaggio. Uno, due, tre colpi e chissà quante altre volte fino a quando il cane ha iniziato a guaire, disperato. È stato quel flebile lamento a giungere di nuovo alle orecchie del cognato della Vicentini e a risvegliarlo. È uscito di nuovo dal balcone: «Ha fatto solo in tempo a vedere il gruppo di persone allontanarsi di corsa forse a raggiungere le loro moto».

Il cognato è sceso, si è avvicinato al cane, guaiva ancora, l’ha accarezzato poi Lapo ha smesso anche di lamentarsi. Ma era solo l’inizio di una lunga, terribile agonia. «Ci ha spiegato la veterinaria che i cani sono soggetti ad una morte lenta», racconta Vicentini e la voce si spezza. Lunedì mattina, Aganetto era lì a Grezzana dal suo Lapo come tutte le mattine. Ha provato ad accarezzarlo ma il cane si è ritratto. «Era come se ci chiedesse con gli occhi di non toccarlo», continua la sua padrona.

Gli hanno dato da mangiare. Ma Lapo, quattro anni, non si è neanche avvicinato alla ciotola. Non ha più mangiato. Anche il cognato ha provato a rifocillarlo nel tardo pomeriggio. Ma il suo cuore stava cedendo e l’appetito era sparito. «Il giorno dopo non c’era più» è il terribile finale di questa brutta storia raccontato dai padroni. Aveva la milza spappolata, sarà poi la diagnosi della veterinaria. Le bastonate hanno provocato a Lapo un’emorragia interna. Lenta, inesorabile. «Una morte tremenda», conclude Vicentini, «ora i responsabili devono pagare. Era un cane bravissimo. Non abbaiava mai. Adorava farsi coccolare. Non doveva morire così». No, non doveva.

Fonte: l’Arena

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