Scivola in acqua per salvare il cane: giovane medico muore annegato
La tragedia a Borghetto: l’animale correva lungo l’argine del Mincio quando è caduto. Il padrone si è lanciato per raggiungerlo ma è stato trascinato dalla corrente
di Valeria Dalcore
Una passeggiata domenicale è finita in tragedia per un giovane medico mantovano, morto nel tentativo di salvare il suo cane scivolato in acqua: entrambi sono stati inghiottiti dalla corrente di un canale diversivo del Mincio a Borghetto, nel veronese. Si è spezzata così, in pochi istanti concitati, la giovane vita di Emiliano Sermidi, 39 enne medico del Carlo Poma di Mantova. Attorno a mezzogiorno aveva lasciato libero dal guinzaglio il suo cane Spartaco, un bulldog inglese, per permettergli di correre lungo l’argine, ma dopo pochi istanti l’ha visto scivolare in acqua, dove è annegato quasi subito. Da lì, il tentativo disperato di raggiungerlo, prima chiamando aiuto, poi scendendo lui stesso verso il canale. Probabilmente ha messo un piede in fallo ed è precipitato in acqua. Gli abiti zuppi e la forte corrente non gli hanno lasciato scampo: il suo corpo è stato recuperato quattro ore dopo dai sommozzatori dei Vigili del Fuoco, adagiato nella vasca di raccoglimento dei detriti del canale. Il suo cane è invece stato recuperato più avanti, all’altezza di Pozzolo.
Per permettere le operazioni di recupero – sono accorsi in pochi minuti un’ambulanza, i Carabinieri, e i Vigili del Fuoco di Mantova e Castiglione, un elicottero da Bologna e i sommozzatori da Vicenza – l’Aipo ha limitato l’afflusso delle acque riducendo la pressione dei rulli, che in quel punto in passato hanno tragicamente inghiottito altri corpi. Oltre alla compagna Cristina Bianchi, che gli ha inutilmente urlato di non scendere in quel punto così pericoloso, anche una piccola folla di turisti ha assistito impotente alla scena dalla sponda opposta del canale. Emiliano era molto conosciuto a Mantova: figlio di Remo, noto odontoiatra di città, la sua scomparsa lascia sgomenti tanti amici e l’intera Azienda Ospedaliera Carlo Poma per cui lavorava, come guardia medica del Pronto Soccorso, specializzato in neuromodulazione. Un giovane pieno di vita, tifoso della Roma, amante dello sport. Aveva adottato l’ormai anziano Spartaco in Spagna, dove vive il fratello Gabriele, per salvargli la vita dalla morte certa in un canile. Voleva regalargli una vita serena, e provava per lui un amore incondizionato. Tanto da non pensare al pericolo, e agire d’istinto, per tentare di salvarlo una seconda volta.
Fonte: il Corriere della sera