Angelo, non bastavano i bastardi che lo hanno torturato, ora anche i boccaloni…

«I killer di cani in quell’hotel di Modena». Ma è una bufala

Da Roma la diceria che i quattro sadici aguzzini del cane Angelo (un video raccapricciante girato da loro che ha indignato l’Italia) soggiornano in un hotel a Modena. Il titolare: «Abbiamo controllato ogni presenza ed è falso, basta o vi denuncio per diffamazione». Poi arriva la smentita dello squallido scherzo da un sito animalista modenese: i quattro sospetttati sono nel loro paese in Calabria – di Carlo Gregori

Sangineto di Cosenza, in Calabria. Una sera fu catturato da quattro ragazzi del posto, impiccato, picchiato e torturato fino alla morte atroce mentre uno filmava tutto col telefonino. Il video è stato postato suscitando un’ondata di indignazione e rabbia nazionale. Poi ieri è capitato uno scherzo assurdo.

LA BUFALA. In mattinata, da Roma è partita la notizia che a Modena, presso il Tiby Ritz Hotel, dietro Palazzo Europa, si trovavano alloggiati i quattro seviziatori di Angelo. Un passaparola non verificato che alle 10 ha iniziato a produrre i suoi effetti: telefonate minacciose alla reception dell’hotel, mail di insulti e avvertimenti, dicerie di manifestazioni (mai svolte) davanti all’ingresso. Una “bufala” che ha creato imbarazzo e paura per chi lavora in hotel, impossibilitato a difendersi.

I CONTROLLI. «Appena è arrivata la prima chiamata, alle 10.30, da una tizia agitata – spiega Hussam Ziti, il titolare (che ieri si trovava via da Modena) – ho dato ordine di controllare tutte le schede dei clienti delle ultime settimane. Nessuno con quei nomi era registrato. Abbiamo trovato un articolo con le loro facce, mai visti. Nessuno sa nulla. Nessuno sa come è nata questa voce falsa. Lo voglio dire chiaramente: al Tiby Ritz quei quattro non sono mai venuti».

LA SPIEGAZIONE. «Aldilà del fatto che, ove i nominativi corrispondessero a quelli pubblicati, la notizia non sarebbe comunque veritiera, corre l’obbligo di puntualizzare che l’albergo verifica l’identità degli ospiti per trasmettere quotidianamente alla Questura le opportune informazioni; non compie, né è tenuto a compiere, verifiche circa pendenze giudiziarie o simili degli ospiti; in ogni caso, non potrebbe applicare trattamenti discriminatori nei confronti di chicchessia in base alle pendenze giudiziarie e fornisce un servizio aperto al pubblico», spiega Ziti.

Le mail arrivate in poche ore, decine e decine, sono tutte dello stesso tenore e priva di qualsiasi spiraglio di dubbio: «Fuori gli assassini dall’hotel!»; «Sappiamo per certo che sono lì»; «Succederà qualcosa. C’è troppo clamore e poi vediamo chi aveva ragione, se voi o noi». Numerose anche le telefonate.

Fonte: La Gazzetta di Modena

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